Thursday, December 20, 2007

MacBook, il più veloce con Windows Vista!


This image is Courtesy of Apple


Tralasciando che ancora mi chiedo come si possa avere il coraggio di installare Windows su un Mac, PCWorld ha eseguito dei test su diversi portatili di ultima generazione reddando una classifica.

Il risultato è stato che il MacBook Pro ha battuto tutti in velocità.

Da quel che ho letto si tratta comunque della configurazione di punta, con 4 GigaBytes di RAM, il che vuol dire che ne hanno aggiunti 2.

Da notare che due portatili si sono attestati la palma dei più lenti a pari metiro. Uno di essi sarebbe un Sony VAIO VGN-TXN15P/B del valore di 2300 dollari. Ho cercato di trovare il prezzo dello stesso modello qua in Italia ma ho trovato solo il VGNTZ21XN/B che si attesta ad una cifra di 2.799,00 €. Una cifra comunque esosa per quello che offre senza neppure andare a fare un test.

Va detto che, se si osservano le specifiche tecniche del Sony testato, si nota che monta un processore della classe Core Solo. A quanto ne so (prendo dalla wiki) i Core Solo sono processori Core Duo con un Core disabilitato. È facile supporre quindi che le prestazioni siano inferiori. Inoltre il clock del processore montato sul modello testato dovrebbe essere di
1,2 GHz, niente a che vedere, quindi, con i 2,4 GHz del MacBook Pro.
C'è però da chiedersi come faccia una simile caffettiera a costare 2300 dollari!

Molti altri blog riprendono la notizia, un buon articolo in Italiano è questo: Vista? Meglio su un Mac.

Friday, December 14, 2007

Diritto d'autore: l'inizio della fine.

Leggetevi tutto questo articolo, se vi interessa. È un po' lungo ma, se non lo leggete nella sua interezza, non ne cogliereste lo spirito.

È sconcertante osservare come i nostri diritti vadano disfaciendosi giorno dopo giorno anche per l'azione di comuni cittadini come noi.

L'ultimo a rischiare (per ora, soltanto rischiare...) di essere affossato è il Diritto d'autore. Spesso viene accomunato al Copyright, non so sia corretto farlo o no. A mio parere, il Copyright è accomunabile soltanto ad una piccola parte della materia, assai più ampia, trattata dal Diritto d'autore italiano.

Recentemente sono state costituite due commissioni per modificare la legge 22 aprile 1941, N. 633 e successive modifiche, l'ultima delle quali sembra risalire al 1° maggio 2007 a giudicare dal testo non ufficiale riportato dalla SIAE: BG_normativa_leggedirittoautore.pdf. L'altra fonte disponibile (in modo immediato; se volete avere il testo vero, sembrerebbe che tocca darsi da fare un po' di più: Corte Suprema di Cassazione: Banche Dati) sembra essere il testo messo a disposizione da InterLex.it aggiornato alle modifiche della legge 22 maggio 2004, n. 128.

Insomma dicevo che sono state messe in piedi queste due commissioni, 1 e 2, che dovrebbero occuparsi di revisionare la legge per adattarla alle nuove esigenze sopravvenute in particolare a causa dell'avvento delle nuove tecnologie (Information Technologies).

In accostamento a questa operazione è stata lanciata un iniziativa su internet, per la quale qualsiasi cittadino italiano avrebbe potuto fare delle proposte per "migliorare" la legge su una pagina web: ITLEX:Community_Portal.
Peccato che all'iniziativa sia stata data scarsissima visibilità. Comunicandone l'esistenza ai cittadini italiani sul sito Dirittodautore.it con la news, datata 16 novembre 2007, Via Internet le proposte alla Commissione diritto d'autore per la revisione della legge, e dando ai cittadini la possibilità di inviare proposte fino al 22 novembre (wow, quanto tempo!!! 6 giorni), come si legge sull'articolo stesso infatti « Da oggi e fino a mercoledì prossimo [22 novembre, ndr.] ».

In verità, poi, i giorni a disposizione devono esser stati ancor meno (forse 4) essendo che nei fatti il documento con le proposte raccolte sembra sia stato messo insieme in data 20 novembre, come recita il testo all'inizio della stessa pagina ITLEX:Community_Portal già linkata sopra: « Il testo che segue - emendato con gli interventi effettuati dal "popolo della rete" fino al 20 novembre pv - sarà stampato e consegnato al Comitato Consultivo Permanente per il diritto di autore in adunanza generale. ».
E, infatti, risalendo alla pagina principale dello stesso sito, Gruppo di Lavoro Diritto d'Autore e Nuove Tecnologie, l'ultimo documento presentato risale al 20 novembre.

Facendo una ricerca, ho trovato degli articoli dell'annuncio dell'iniziativa risalenti al 14 novembre, quindi sebra che possiamo attestarci a 6 giorni a disposizione per fare proposte. Ciò non toglie che siamo veramente al ridicolo!

NOTA: Controllando sul sito infatti le prime modifiche registrate risalgono al 13 novembre, cronologia delle modifiche. I conti tornano. È probabile che il comunicato sia stato dato il giorno 13 e pubblicato sui primi siti il 14. Quindi i cittadini italiani dotati di connessione internet avrebbero avuto la bellezza di 6 giorni per fare le loro proposte. Io per intendersi ho scoperto la cosa solo 2 giorni fa.


La Microtassa e la riduzione della durata del Diritto d'autore

Ma naturalmente dovevamo arrivarci all'ennesima trovata per pigliarsi soldi! Cerco di farla breve e vi mando direttamente al sito dove si riassumono le proposte lanciate da Frontiere Digitali: Gambino, decreto per il comitato diritto d’autore. E cito testualmente per commentare:
* Riduzione del “tempo di vita” del diritto d’autore
Adozione del Public Domain Enhancement Act proposto da Lawrence Lessig per ridurre il numero di opere non più in commercio non accessibili a causa del diritto d’autore: richiedere una «microtassa» o meglio un “miniticket” annuale per rinnovarne la titolarità ovvero per ottenere che l’opera torni nel pubblico dominio se non viene pagata.


Cosa, cosa, cosa??? Ho capito bene? Vogliono farci pagare pure quando pensiamo! Cioè io creo un opera (nel mio caso potrebbe essere un disegno) e dopo un po' di tempo mi tocca pure pagare per dire « questa roba è mia! ». Sono geniali! Le cose sono due, o sanno che tanto pagheremo oppure vogliono affossare l'economia italiana e spingere le menti del nostro paese ad andare all'estero.

Nooo!!! Stiamo scherzando! Ditemi, vi prego, che ho capito male!

Purtroppo, a ben guardare, pare proprio che sia così. Ecco la lettera aperta di Frontiere Digitali indirizzata appunto al presidente del Comitato Consultivo Permante per il Diritto d’autore, Alberto Maria Gambino, Il nuovo diritto d'autore in 10 mosse.

Attualmente il Diritto d'autore su un opera dura per tutta la vita dell'autore e per 70 anni dalla sua morte (probabilmente per tutelare gli eredi), cito infatti l'articolo 25 della legge che stabilisce questa regola:
Art. 25

I diritti di utilizzazione economica dell'opera durano tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte.


Ecco diciamo pure che potrei, anche, capire di ridimensionare i 70 anni dopo la morte, ma non di ridurre a 14 anni, anche con l'autore in vita, come sembrerebbe leggendo la sopracitata lettera aperta.

In pratica, con una legge simile in vigore, io dovrei cominciare già a pagare per alcune mie opere che realizzai più di 14 anni fa e che non hanno mai avuto degna pubblicazione (non certo perché io non l'avessi voluto), altrimenti qualcun'altro, che ha magari ha più opportunità di me, più soldi o più agganci, potrebbe pubblicare una di queste mie opere e guadagnarci pure in barba al sottoscritto! E io intanto sono disoccupato!
Come dire « Mettiamo il tappeto rosso ai ladri di idee! ». Imprenditori, committenti e aziende squali che come ho avuto modo di vedere nella mia esperienza, stapperebbero bottiglie di spumante se si avallasse una legge del genere.

Qui oltre a ledere il portafoglio dei cittadini e le menti del nostro paese, si ledono i loro diritti sacrosanti! La paternità di un opera è un diritto sacrosantissimo! Fermiamoli!


Conclusioni

In seguito ho letto un po' di cose sul sito di Frontiere Digitali e ho visto che altre proposte che fanno sono assolutamente valide. Ma non sono disposto a rinunciare al mio Diritto d'Autore, in quanto le mie opere sono mie. Sono dell'opinione che se io, per assurdo, decidessi di non farle vedere a nessuno, questa mia decisione dovrebbe essere rispettata ora e per sempre. 15 anni sono un tempo finito, che nulla ha a che vedere con il mio volere!

Quello che voglio dire è che. Le implicazioni di questa proposta avanzata da FD sono assai pericolose in quanto trascurerebbero l'individuo e la sua individualità a favore della comunità, in modo del tutto indiscriminato. Comportamento che potrei giustificare per opere che possono portare il bene comune (come scoperte della scienza e della tecnica) ma non per un opera come un disegno o un dipinto che sono qualcosa di intimamente personale.

Chi non comprende questo passaggio, oltre a non capire quale danno sta rischiando di arrecare alle nostre tasche, non comprende neppure l'arte. Il Diritto d'autore copre infatti anche le opere d'arte (se qualcuno se ne fosse dimenticato).
Ignorare che l'opera di un artista è innanzitutto sua (sempre che non sia lui stesso a rinunciare a questo diritto) significa essere ottusi. Inoltre è giusto che l'introito economico derivato da un'opera d'arte finisca in tasca all'artista dell'opera stessa fintanto che egli è vivo (mi sembra sacrosanto).

Ora, se questo non andasse bene per altri tipi di opere, facciamo due Diritti d'autore distinti, ma, per favore, non toglietemi il mio diritto a fare della mia opera ciò che voglio!
Ciò nonostante non sono neppure del tutto d'accordo su questi aspetti per quel che riguarda il software. È pur sempre una creazione che è costata fatica a chi l'ha fatta. E costui o costoro meritano di guadagnarci sopra. Sta a loro poi scegliere se rinunciare a questo diritto pubblicando il frutto della loro fatica come Open Source, ma è una decisione esclusivamente loro.

Il terrento difficile fra Open Source e software chiuso secondo me non si può liquidare così. Rischiamo di togliere la possibilità a chi emerge di avere un meritato successo economico.

Piuttosto credo che molti aspetti siano già coperti con la legge attuale, che però non viene applicata, conducendo così a quei scenari che qualcuno evidentemente ha creduto di poter risolvere in questo modo.

Il punto è cominciare ad applicare ciò che abbiamo, eliminare la SIAE e garantire il diritto in quanto tale senza necessità di pagare tasse. Sarebbe ora che paghiamo le tasse solo su quello che guadagnamo e non a priori, come succede anche per altri aspetti del fisco, o per difendere un nostro diritto già tutelato dalla legge.

Io non voglio pagare (o dover rispondere davanti a un tribunale) per poter fare qualcosa di assolutamente naturale per l'uomo e cioè creare/inventare. Se continiuamo così qui finiamo come in Russia.

Tuesday, December 04, 2007

Un motivo in più per pensare che Mac è meglio

Sono sempre stato uno che non giudica male a priori e ho sempre cercato di vedere anche i pregi dei sistemi operativi diversi dal mio beniamino, Mac OS.

Ho usato tutto. SGI, Linux (Mandrake, Debian, Slackware, Ubuntu, Gentoo, Yellow Dog Linux), Windows 98, Windows NT, Windows ME, Windows 2000 Pro, Windows XP Home e Pro e tutti i Mac OS dalla versione 7.5.3 in poi.

Benché sia un grafico, per ragioni di lavoro ho approfondito talmente tanto l'aspetto amministrativo di questi sistemi da destreggiarmi anche come tecnico in alcune situazioni. Certo non sono un super esperto di amministrazione di computer e di rete, ma neppure uno sprovveduto totale.

Ebbene fin'ora non avevo mai avuto occasione di verificare effettivamente la potenza di due Mac che cooperano seriamente su una rete dignitosa.

Oggi è arrivato l'iMac della mia ragazza. E assieme al Mac Pro acquistato poco prima, costituisce un miglioramento della nostra vita professionale e scolastica.

Prima la mia ragazza aveva un Pentium 4, 3GHz con 1GB di RAM. Per copiare circa 10 GB di dati dal Mac Pro al PC Win, tramite il router da 100 Mbit/sec, utilizzando Samba, si trattava di aspettare delle ore (13 ore l'ultima volta). Lo stesso mi capitò fra Mac e il mio PC Linux, alla fine optai per attivare temporaneamente un revizio rsync su Linux e usare il Mac come client per copiare i files. Fu molto più veloce che usare la soluzione con Samba.

Il fatto è che ora per fare lo stesso dal Mac Pro al iMac, tramite lo stesso router, col protocollo nativo di Mac OS sono bastati 13 minuti.

Finalmente!

Friday, November 09, 2007

Spyware: Toolsicuro, anche Linux può subirne i fastidiosi reindirizzamenti

Lo posso confermare perché ne sono vittima io stesso.

Il noto sito toolsicuro.com (che non collego direttamente per evitare di fare il loro gioco) sta affliggendo, da un paio di settimane, anche il mio Linux box, reindirizzando, inaspettatamente e con frequenza casuale, il mio browser (Firefox 2.0.0.9) ad un indirizzo che comincia con toolsicuro.com/libero, quando clicko sul pulsante Controlla Mail per aggiornare le emails ricevute sulla mia Yahoo! Mail.

McAfee® SiteAdvisor™ segnala infatti questo spyware nel suo database: http://www.siteadvisor.com/sites/toolsicuro.com.
E cercando nella rete, con il motore di ricerca che preferite, troverete un sacco di informazioni su questo sito e sui suoi gemmellini (bastardi).

Ora le soluzioni per Windows sono molteplici. Spybot Search & Destroy dovrebbe essere un programma più che sufficiente per "disinfettare" il vostro sistema e arginare attacchi futuri, attivando Tea Timer e la protezione residente di Internet Explorer.
Per la protezione dai virus, invece, consiglio di installare avast! 4 Home Edition gratuito, del quale esiste anche la versione per Linux: Free avast! Linux Home Edition. È necessario iscriversi e rinnovare l'iscrizione ogni 14 mesi, periodo dopo il quale scade il codice di attivazione gratuito. Ma nel complesso è un ottimo affare essendo un antivirus abbastanza leggero ed efficente.
In alternativa, sia per Linux che per Windows e Mac OS X esiste ClamAV, un antivirus open source assai potente, che negli ambienti Unix-like, oltre alla scansione manuale, permette anche di attivare un processo nascosto (demone) che scandisce periodicamente il sistema. Nel sito troverete i collegamenti alle versioni per Windos e Mac.

Per quel che riguarda la disinfezione degli spywares sotto Linux, ammesso che ne esistano, ancora non ho trovato nulla. Certo è che questi episodi di reindirizzamento a toolsicuro.com/libero sono alquanto noiosi, poiché lo script (scritto in JavaScript) si impadronisce del browser e impedisce di chiudere la finestra se non utilizzando il Task Manager, per chiudere forzatamente l'applicazione, o il comando `killall firefox-bin' in ambiente Unix.

Ad ogni modo, per chi utilizza Firefox ho tropvato un paio di Add-ons che possono aiutare a evitare queste situazioni.

Adblock e Adblock Plus servono ad impedire il caricamento di pagine (ma anche immagini o altri contenuti) considerate dannose. Durante l'installazione è possibile scegliere in una lista dei siti, i quali mettono a disposizione liste preconfezionate di collegamenti già individuati come dannosi, che Adblock è in grado di utilizzare per decidere come comportarsi.
L'altro è McAfee® SiteAdvisor™, l'Add-on però. Che, ad esempio, quando fate una ricerca su un motore di ricerca online, vi segnala con un simbolo quali sono i siti sicuri e quali no.
Tenete presente che questi simpatici strumenti, rallentano lievemente il tempo di caricamento delle pagine da parte del browser.

Infine esistono degli strumenti online gratuiti che permettono di analizzare alcune cosette. Il sito Privacy.net
vi consente di vedere quali informazioni sono visibili tramite la semplice navigazione con il vostro browser, oltre ad altre informazioni quali porte TCP aperte, presenza di un firewall e affini. Web-Sniffer 1.0.24 e SniffURI, invece, consentono di inserire un indirizzo web e restituiscono per voi il traffico HTTP, completo di headers e codice sorgente HTML della pagina, generato. Kaspersky Virus File Scanner, Online malware scan e VirusTotal, invece, sono servizi che consentono di analizzare singoli file. Attenzione a leggere le istruzioni perché potrebbero esserci dei limiti di peso per il file che volete analizzare.

Nonostante la mia ricerca abbia dato risultati assai interessanti, non ho ancora trovato alcuna informazione che dica se sia possibile debellare l'odiato reindirizzamento che disturba la mia normale navigazione.
Certo è che l'unico sito dal quale mi accade di essere reindirizzato è Yahoo! Mail. E alcune testimonianze, trovate in giro per la rete, mi fanno pensare (o forse sperare) che, forse, l'infezione non risiede nel mio computer ma nei servers Yahoo! stessi.

Perciò attenti! Perché, a quanto pare, neppure Linux
, evidentemente, è del tutto protetto da questi tentativi. In ambiente Linux, però, non è troppo difficile aggirare il problema, come spiegano qui.


Proposta indecente

Si sa che esistono hackers buoni e hackers malvagi. Ma perché gli hackers buoni non si
organizzano e ripagano con la stessa moneta (e magari pure peggio) l'odioso sito e ad altri come esso?

Sunday, November 04, 2007

Il mercato del fumetto giapponese è in crisi?

Da quello che si dice in questo articolo, Giappone: mostruoso calo delle vendite dei manga!, pare che negli ultimi 5 anni ci sia stato un notevole calo di vendite nel più fiorente mercato fumettistico del mondo, quello giapponese. Tanto da portare il Shonen Jump, un mensile nipponico, a chiudere i battenti all'inizio di quest'anno.

Non sono un sostenitore di quello che io chiamo il "fenomeno giapponese". Ovvero l'invasione dei fumetti giapponesi in occidente, che, spesso più come una moda, hanno quasi spazzato via ogni connotazione distintiva del fumetto nostrano, influenzando anche gli autori occidentali, e mettendo in ginocchio il già traballante mercato fumettistico italiano. Colpa questa che attribuisco in primo luogo ai lettori, poi agli editori ma non agli autori (non tutti almeno).
Nonostante ciò, però, non posso dichiararmi entusiasta di questa crisi. Tutt'altro.

Nelle ricerche che riscontrano la crisi si osserva che, probabilmente, parte del pubblico è annoiato da fumetti ripetitivi e poco originali, e allo stesso tempo, che il mercato del fumetto per cellulari è in crescita.

Sappiamo bene che il fumetto sta trovando nuovi spazi su internet. Lo stesso Scott McCloud, autore del famosissimo fumetto/trattato Understanding Comics e dei seguiti, è uno dei pionieri di questo nuovo mezzo ed ha teorizzato un'evoluzione delle regole sintattico/narrative del fumetto per adattarsi e sfruttare il nuovo mezzo, le pagine web.

Un po' mi spaventa, ma comincio a credere anch'io che la "carta stampata" si stia avvicinando alla sua fine, come mezzo di comunicazione di massa. Sono molto affezzionato al sottile piacere di sfogliare le pagine di un fumetto. E, sicuramente, finché non avremo dei monitor dotati di una risoluzione almeno 4 volte più elevata dell'attuale, sarà impossibile apprezzare le tavole a fumetti così come le apprezziamo su carta. Ma questo è un discorso per intenditori. La maggior parte del pubblico è interessato soprattutto alle storie e si accontenta di una qualità del disegno e della stampa "sufficienti".

Wednesday, October 31, 2007

Drammaticità, romanticismo e senso artistico o realismo a tutti i costi?

La mia prima occasione di imparare da dei veri professionisti i trucchi del mestiere fu quando frequentai per un mese lo studio Api Pazze a Verona, come stagista. Un'occasione che mi capitò avendo frequentato la prima edizione del corso di formazione post diploma, Tecnico degli Audiovisivi, presso lo IAL di Pordenone.


Fra le altre cose, mi insegnarono di stare molto attento a come animavo certi movimenti, come, ad esempio, la camminata. Ognuno di noi, infatti, conosce perfettamente il movimento della camminata e esso è perfettamente registrato nel nostro cervello. È, quindi, impossibile "imbrogliare" lo spettatore quando si anima una camminata. Sperando, magari, che all'occhio sfuggano eventuali piccole imperfezioni. La camminata deve essere animata perfettamente e nel modo più naturale e credibile possibile!


Col tempo, ho scoperto che lo stesso problema si verifica per moltissimi altri movimenti ma, anche, per certe pose statiche, naturali dell'uomo. Lo stesso principio, infatti, è applicabile anche al disegno tradizionale.


Per illustrare il concetto voglio proporvi un esempio, sottolineando il piccolo errore commesso dall'autore di un'illustrazione che ho trovato su internet. Un errore veniale che però ogni disegnatore o aspirante disegnatore dovrebbe stare attento a non commettere.


È inutile nascondere che l'idea di scrivere questo pezzo è nata proprio dopo aver letto l'articolo Macacolandia, illustrazioni, web e design dal Brasile, pubblicato sul blog Paintblog.net, ed aver visto l'illustrazione che l'accompagna.



La quale, a sua volta, è tratta dal sito degli autori, di cui si parla nell'articolo, Macacolandia, un'agenzia Brasiliana che si occupa di illustrazione, storyboard e affini per l'industria dell'intrattenimento e della pubblicità.

Ora che ho citato le fonti posso passare a illustrarvi la mia osservazione, il vero argomento che voglio trattare.


Benché l'illustrazione sia un ottimo lavoro, c'è un dettaglio che io avrei realizzato in modo diverso. E per essere precisi mi riferisco alla mano destra del cuoco che afferra il polso del disegnatore.

Io stesso ho impiegato un po' di tempo per capire cosa non mi tornava. L'illustrazione funziona. È un po' statica, forse, e si sarebbe potuto intensificare la drammaticità, ma nell'insieme rende l'idea. E allora perché continuavo incessantemente ad osservare quella mano che afferra il polso del disegnatore?


La risposta è semplice. La mia parte destra del cervello mi suggeriva che c'è qualcosa di innaturale.


Non avete ancora capito? Provate, allora, a fare questo gioco. Chiedete un'altra persona di aiutarvi e provate a mimare assieme la scena. Uno di voi interpreterà il cuoco l'altro il disegnatore. Una volta posizionati uno di fronte all'altro, che il "cuoco" afferri il polso del "disegnatore". Senza pensare all'illustrazione, ma in modo naturale, come farebbe d'istinto.


Fatto? Ebbene confrontate la posizione della mano del vostro "cuoco" con quella dell'illustrazione. Sarei pronto a scommenttere che il "cuoco" ha afferrato il polso del "disegnatore" in modo del tutto differente da come appare nell'illustrazione! Pressappoco così.



Il mio disegno è prettamente dimostrativo. Non ho neppure provato a imitare lo stile dell'originale. Il suo scopo è solo quello di illustrare ciò che ho detto. Il modo più naturale di afferrare il polso di una persona, che vi sta di fronte e che tiene le braccia sollevate davanti al busto, è questo. Ed è a causa di questa inesattezza che percepivo l'immagine originale come una "strana" immagine.


Si potrebbe aumentarne la drammaticità della scena facendo sollevare le braccia al disegnatore, come se stesse tentando di proteggersi dall'aggressione, invece di lasciarlo in posizione rilassata. Il tentativo di difendersi sarebbe, infatti, un'altra reazione naturale. La reazione istintiva di una persona quando qualcuno minaccia di aggredirla, infatti, è di proteggersi con le braccia sollevandole e frapponendole fra l'aggressore e il volto. E il bello è che ciascuno di noi lo sa perfettamente ma solo a livello istintivo. Pertanto, se non siamo stati influenzati da qualche background culturale o ambientale particolare, classifichiamo l'immagine del cuoco come una situazione per lo meno strana.

Friday, October 12, 2007

AAA: Ancora Accanimento verso Apple

Questi collegamenti, Sempre più gente (influente) lascia Mac per Linux!, Non si ferma l’ondata di ex utenti Mac verso Linux! e “Apple deve morire” (cit. self), sono un po' vecchi (risalgono a circa un anno fa) ma rimangono comunque interessanti.


Sembra infatti che alcuni utenti Mac OS X "influenti", come dice l'autore stesso (io direi piuttosto, importanti), abbiano ben pensato di passare a Linux, poiché non soddisfatti di quello che gli offriva Mac OS X.


Leggetevi le loro esperienze: Switching Back to Desktop Linux e When the bough breaks.


Le motivazioni di questi due utenti (ce n'era un terzo ma il collegamento non portava più da nessuna parte), sono diverse e tutte perfettamente condivisibili... nel loro caso. E dico « nel loro caso » perché non rappresentano il tipico utente Mac (generalmente un grafico) ma adoperano le applicazioni più tipiche di un amministratore di sistema o di rete Unix. C'è da precisare che Mac OS X è un sistema basato su Unix e Linux un sistema compatibile con Unix.
Inoltre uno di essi era già prima utente Linux, e Mac OS X è stata una prova. Pensava, probabilmente, di trovarvi qualcosa che, evidentemente, non ha trovato. E, quindi, è ritornato sui suoi passi.


Ad ogni modo, è abbastanza comune che figure come amministratori di sistema e/o di rete preferiscano Linux. Essi, infatti, hanno poco interesse a lavorare con un'interfaccia grafica (GUI) efficiente, veloce e semplice da usare. E, allo stesso modo, hanno poco interesse che i programmi di grafica (bitmap, vettoriale o 3D) funzionino correttamente e efficientemente sulla loro piattaforma, perché non li usano. Altrettanto vale per i programmi per la manipolazione audio e video. Perché non usano neanche quelli. O almeno non li usano in modo da coglierne tutti i difetti e le carenze. Così come un grafico non usa programmi per l'amministrazione di rete.
Delle persone che eseguono maggior parte dei comandi utilizzando un Terminale è difficile che abbiano una chiara comprensione dei pregi e difetti di un'interfaccia grafica.


Eppure, chi scrive sul suo blog questi articoli, nel tentativo di dimostrare che Mac è inferiore a Linux, portandoci come esempio questi professionisti-utenti Mac che sono passati a Linux, si dimentica di sottolineare questi aspetti.
Non solo, ma non ci mette neppure al corrente del fatto che il suo tono di rabbia verso Apple non rispecchia affatto il tono usato dagli "utenti influenti", che cita. I quali, al contrario, dicono soltanto che Mac OS X non soddisfa le loro personali necessità.


Io, che ormai sono un ibrido fra un grafico e un programmatore, dopo quasi due anni di Linux, me ne tornero' fra breve a Mac OS X, ben felice di farlo, perché Linux non soddisfa le mie necessità.


Leggende

Leggendo, poi, i commenti fatti dai lettori (e vi consiglio di leggerli), è interessante osservare la quantità di inesattezze che dicono per sostenere l'una o l'altra tesi.

Vorrei chiarire una volta per tutte alcune di queste "leggende".

  1. Mac OS X non è un sistema basato su Linux.

  2. Esistono però moltissime applicazioni Open Source che possono essere compilate per funzionare su entrambi i sistemi operativi, e non solo.

  3. Mac OS X è un sistema ibrido basato su Nextstep, il cui kernel (XNU) si fonda su due diverse implementazioni di Unix, FreeBSD e Mach kernel.

  4. A distinguerlo da queste architetture ci sono soprattutto:
    • le librerie derivate da Nextstep per la programmazione di applicazioni native Mac OS X, dette Cocoa ;

    • l'I/O Kit, una parte del kernel che fornisce un ambiente di sviluppo per i drivers delle periferiche, semplice e unificato.

  5. Carbon non è un ambiente di compatibilità con Mac OS Classic. Carbon è la libreria C++ equivalente a quello che è Cocoa per Objective C.

  6. Se le applicazioni per Mac OS X non girano su Linux, non centra un cavolo col fatto che abbiano un estensione del nome diversa, per esempio Blender.app. I file *.app sono esplorabili come una cartella. E, al loro interno, vi sono gli eseguibili e le librerie compilati del programma.

  7. Non è vero che tutte le librerie su Mac OS X sono linkate staticamente, come credono molti programmatori.

  8. Le applicazioni compilate per Mac non girano su Linux perché, oltre ad una diversa codifica del codice binario, ELF su Linux e FreeBSD mentre Mach-O su Mac OS X, utilizzano librerie diverse, ad esempio Cocoa, non disponibili su Linux.

  9. Non è vero che non ci sono giochi per Mac OS X.

  10. Esiste un port di Wine per Mac OS X, Darwine, ed è probabile che presto, quando sarà rilasciata la prima release stabile, sarà possibile far girare applicazioni Windows sotto Darwine in ambiente Mac OS X esattamente come si fa ora in ambiente Linux.

  11. Quasi tutti i migliori programi professionali esistenti al mondo sono rilasciati anche per Mac OS X.

  12. Non è vero che Apple ruba idee da altri progetti. O, per lo meno, non più di qanto facciano tutti gli altri. Certo è che molte cose, che oggi ci sembrano naturali, sono sicuramente state introdotte col Mac e non con Windows o Linux.

  13. Il Doc sarà anche frutto di studi sull'interfaccia grafica, fatti da altri. Ma la comunità di GNOME e KDE hanno iniziato a proporre dei cloni solo dopo che Apple l'ha introdotto in Mac OS X. Perché non l'hanno fatto prima? La risposta è semplice: perché non gli interessa. Esattamente come agli "utenti influenti", di cui si parlava, non interessano in particolar modo le prestazioni della GUI.

  14. Gli utenti Mac non scelgono Mac solo perché è bello da vedere. Lo scelgono anche perché è bello da vedere. ;-)

  15. Ci sono tanti altri bei computer sul mercato, se dovessimo scegliere Mac solo per quello, allora potremmo comprare un qualsiasi altro bel computer.

  16. Non tutti gli utenti Mac sono fighetti, così come non tutti gli utenti Linux sono comunisti e/o proletari.

  17. Agli utenti Mac non frega un bel niente di avere AutoCAD o 3D Studio Max, c'è di meglio!

  18. Il Drag & Drop così come funziona su Mac non funziona su nessun altro sitema. Non veniteci a dire che funziona benissimo anche su altri sistemi dove, spesso, si osservano comportamenti incoerenti.

Potrei andare avanti per almeno altri 50 punti. Man mano che scrivo continuano a venirmi in mente altre "leggende". E allora invito chi sta leggendo questo articolo, se vuole, ad aggiungerne altri di questi miti sul conto di Mac OS X.

Saturday, October 06, 2007

Il Fumetto è Arte!

Una dimostrazione da Romita e Kubert. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio...

Thursday, October 04, 2007

Primo promo, in Italia, realizzato con Blender

Liquid Gate Studio, un'azienda italiana che lavora nei settori televisivo e cinematografico, ha prodotto il primo corto interamente realizzato con Blender in ambito professionale. Dopo aver fatto alcuni tests, il team grafico dell'azienda ha deciso, infatti, di usare Blender per realizzare la sigla di appertura dei discorsi giornalieri del direttore de il Giornale.it. La sigla verrà usata in televisione e su internet.

L'annuncio, Animation for Italian Newspaper, è apparso su BlenderNation il 4 ottobre 2007, corredato da una comunicazione degli stessi autori del cortometraggio, ti cui vi offro una traduzione.

Ciao, voglio solo raccontarvi che la nostra compagnia ha appena finito un promo (davvero piccolo), è stato il nostro primo "tentativo reale" di usare Blender per un lavoro commerciale dopo aver fatto alcune prove nel tempo libero. È andato tutto talmente bene che volevamo far sapere alla gente che Blender PUÒ essere usato nelle aziende come una buona e solida alternativa ai programmi commerciali.

Il lavoro è un video per "Il Giornale", un quotidiano molto conosciuto qui in Italia, sarà usato online (e, in futuro, nei network televisivi) come appertura per i discorsi giornalieri del direttore.

La modellazione, il rendering e il compositing sono stati fatti in Blender, con un PICCOLO aiuto da un'applicazione esterna per l'editing audio e il compositing principalmente per la correzzione del colore.

Potete trovare il video completo in qualità webcast sulla nostra pagina Portfolio, sotto il collegamento "Il Giornale".
Dario Corno


E per vostra comodità eccovi il collegamento diretto alla sezione Portfolio.

Saturday, September 22, 2007

Strane considerazioni

È da un po' di tempo che, probabilmente grazie al successo di questi ultimi anni, i prodotti di Apple e i sui comportamenti vengono criticati.

In particolare mi è capitato di leggere in pochi giorni ben due articoli che apostrofano Apple come il nuovo Grande Fratello, il nuovo monopolista. Snocciolano ragionamenti sui tempi che sono cambiati e Apple, la vecchia « rivoluzionaria in blue jeans », che sarebbe passata dall'altra parte della barricata.

Oltre ad rimanere sgomento di fronte ad affermazioni dove si dice che Microsoft « controlla lo sviluppo dell'applicazione più vitale per i Mac, ossia Microsoft Office. » (O_o ???), mi scopro a chiedermi perché si debba cercare per forza del marcio dappertutto.

L'autore dell'articolo Apple, "1984" celebrato col trucco, infatti, dipinge con toni da romanzo orwelliano, un episodio che io trovo assolutamente innoquo.
Nel 2004, in occasione del ventennale del Macintosh, Steve Jobs introdusse il Macworld Conference & Expo keynote proiettando il famoso video commerciale noto a tutti come il "1984 commercial".

Rispetto all'originale, però,
Apple fece fare per l'occasione qualche ritocchino. OᴗO



Quella di giocare con queste cose, in modo del tutto innoquo e con l'intento di accattivarsi la simpatia dei propri fan, e non solo, è un abitudine consolidata di Steve Jobs durante i keynotes. Il fatto di averlo pubblicato poi sul sito non è certo per fuorviare il pubblico facendo credere chi sa che cosa.
È necessario contestualizzare il linguaggio e non voler vedere complotti dove « senza dichiararlo da nessuna parte, Apple ha fatto ritoccare digitalmente il filmato inserendovi in modo perfetto un iPod » e, ancora, « Non si sa quale società specializzata in effetti speciali abbia eseguito il ritocco ».

« Soltanto guardando lo spot originale [...] ci si può rendere conto della differenza. O dovremmo chiamarlo inganno? », proseque con un tono un po' paranoico. E poi paragona Apple allo stesso Grande Fratello dicendo che, infatti, la peggiore minaccia « non è la sorveglianza costante di ogni cittadino, ma la sistematica cancellazione e riscrittura, da parte del governo totalitario, di ogni registrazione degli eventi (giornali, filmati, fotografie) ».

Ma lo sanno tutti che l'iPod è stato ideato e messo in commercio all'inizio del nuovo millenio e non nel 1984. Non c'è bisogno di confrontare i due spots. È probabile che i futuri nati, non lo sapranno ed in un primo momento potrebbero farsi "fregare", ma basta farsi un giretto in internet per vedere l'originale e leggersi tutta la storia, come ho fatto io stesso.

Mi sembra eccessivo dipingere un episodio scherzoso come una storia di spionaggio. Dato, inoltre, che la Apple non ha mai voluto spacciare il promo ritoccato come se fosse l'originale.

Friday, September 21, 2007

Il rap di MS-DOS 5.0

Da ciò che ho capito si tratta di un promo dell'epoca. È inquietante! Eh, eh, eh. :-)
Io voglio sperare che Apple non abbia mai fatto niente di altrettanto "stupefacente".



Stiamo parlando della prima metà degli anni '80. Windows 1.01, invece, è stato pubblicato nel '85, e presentava un interfaccia e, pertanto, anche le funzionalità copiate dal System di Apple Macintosh.

Per contro Apple, nel 1984, si presentava così. Cogliendo con perfetto tempismo il collegamento con il libro di George Orwell, "1984", preannunciando così implicitamente anche il famoso messaggio "Think different!". Il Grande Fratello in quel caso era IBM e ovviamente MS-DOS.



La regia del piccolo capolavoro era dell'ormai mitico Ridley Scott, già autore di Alien (1979) e Blade Runner (1982), e vinse diversi premi dedicati all'industria pubblicitaria.

La storia di questo promo, proiettato ufficialmente solo una volta durante il Super Bowl, è abbastanza controversa e pare che sconcertò addirittura i vertici di Apple, che, in un primo momento non vollero proiettarlo.

Ad ogni modo, l'eco del corto fu tale da raccogliere l'attenzione di quasi il 50% degli Americani, e fu poi considerato il primo esempio event marketing. Un tipo di eventi a cui Apple sebra essere abbituata.

Wednesday, September 19, 2007

Non ne posso più delle distribuzioni Linux...

Windows però resta sempre il mio miglior nemico.

In questi giorni mi ero ripromesso di dedicarmi a un divertente progettino, da realizzare per mio diletto personale e per il divertimento di alcuni miei amici. E così martedì ho cominciato a fare i primi test per il Camera Traking di una ripresa realizzata in laboratorio.

La mia installazione di Linux Gentoo però, mi ha dato dei problemi. Era da un po' che non aggiornavo il sistema (e andava quasi tutto bene). Ma una delle due applicazioni, per il Camera Matching/Traking, che stavo sperimentando, non completava il Traking con successo e restituiva un errore.
Cercando, quindi, su Internet mi sono imbattuto in svariati commenti dove consigliavano di provare ad aggiornare dei pacchetti. Sapendo che gli aggiornamenti di Gentoo possono durare eoni, decisi di aggiornare solo la parte base del sistema, poiché l'applicazione dipendeva solo da quei pacchetti.

Tutto sembrava procede per il meglio, ma...

Morale della favola: è da tre giorni che sto sistemando il sistema. In alcuni casi verifico pacchetto per pacchetto e, eventualmente, lo reinstallo.
A posteriori, sono andato a cercare ragioni per questo pasticcio. È una cosa che si dovrebbe fare sempre. Ma la maggior parte delle volte c'è talmente tanta roba da leggere prima di trovare l'informazione che si desidera, che si fa prima a provare, sperando che vada tutto bene.
Comunque alla fine ho scoperto il perché. Alcuni pacchetti nuovi, hanno disinstallato dei files che servono ad altri pacchetti vecchi (che appunto avevo deciso di non aggiornare). E, in pratica, per riavere il sistema in efficienza, ho dovuto aggiornare praticamente tutto. Alla faccia della modularità di Linux!

Non solo! Hanno anche deliberatamente tolto dei pacchetti dai server, dai quali si scaricano gli aggiornamenti. E ora mi tocca disinstallarli a mano e installarli allo stesso modo. Alla faccia della versatilità di Gentoo!

Ma « Non tutto il male vien per nuocere. » perché nell'attesa che il pachidermico aggiornamento si "consumasse", disegnavo. Mentre tenevo sempre un occhio su quello che succedeva.

È sconfortante prefiggersi un obbiettivo e poi dover rimandare per più di due giorni (e non è finita). Se quello che stavo facendo fosse stato un lavoro retribuito con una scadenza precisa, invece di un diletto, questo contrattempo mi avrebbe veramente messo nei guai. Peggio ancora se la consegna fosse stata a breve nei prossimi giorni.
Dopo questa ennesima esperienza negativa, boccio anche Gentoo. Dopo che avevo già sperimentato e bocciato, con successi alterni ma mai soddisfacenti, Mandrake, Yellow Dog Linux (per Mac), Open Suse, Debian, Ubuntu e... Slackware. Quest'ultimo mi diede qualche soddisfazione in più. Ma è impensabile, come tutti gli altri, per un professionista freelance, che non sia un informatico.

Devo ricordarmi queste cose:

1) Non smanettate. Non fate nulla che non si limiti al normale uso del Desktop e delle applicazioni, se il vostro scopo non è esclusivamente quello di smanettare, ma state usando il vostro computer per lavoro o scuola. Qualsiasi cavolata che vi passa in testa di fare potrebbe avere delle conseguenze inprevedibili. Questo perché i software Open Source si evolvono ad una velocità "smodata" e l'aggiornamento di anche un solo pacchetto, apparentemente innoquo, potrebbe compromettere l'uso del computer per qualche giorno.

2) Se sapete cosa state facendo e intendete tenere aggiornata la vostra distribuzione fatelo più spesso possibile. Meglio un piccolo pacchetto che da problemi piuttosto che un intero sistema operativo.

3) Linux non è User Friendly. Quelli che lavorano sulle interfacce grafiche come GNOME, hanno tutto il mio rispetto per quello che sono riusciti a creare, ma non hanno capito cosa vuol dire User Friendly. Solo un utente che usa il computer per la sua professione, abile si, ma non esperto e non si occupa di IT, può dirvi cosa vuol dire User Friendly (ben inteso, non parlo del Pover User che non sa la differenza fra un Documento e un Applicazione e non sa dell'esistenza delle Scorciatoie da tastiera). Pochissimi utenti Linux sono rappresentanti di questa categoria. La maggior parte sono smanettoni o programmatori o scienziati, ai quali di avere un programma di grafica che funzioni veramente non gliene frega niente.

E poi devo farmi una promessa: non smanetterò mai più su Linux mentre sto lavorando a qualcosa.

Sunday, July 29, 2007

Con Kolivas auspica un kernel Linux più adatto ai computer casalinghi

Con Kolivas era uno dei programmatori del kernel open source più famoso del mondo: Linux.

Per quelli che non sanno cos'è un kernel, presto detto: il kernel è un programmone sulla base del quale funzionano tutti gli altri programmi di un sistema operativo. Ovverosia è il primo applicativo che viene avviato quando accendiamo il computer, riconosce le periferiche e mette a disposizione una serie di "strumenti" che i programmi scritti per quel kernel sfruttano per poter utilizzare le risorse di sistema: processore, RAM, dischi e periferiche varie.

C'è da aggiungere che Linux è il nome di un kernel, e non, come molti pensano, di un sistema operativo, completo anche di interfaccia grafica e applicazioni varie. Nei sistemi basati su Linux, le cosiddette distribuzioni, l'interfaccia grafica viene fornita da applicazioni complesse come Xorg e dai desktop managers, come GNOME o KDE.

Insomma, tornando al nostro articolo, Con Kolivas ha deciso di abbandonare il progetto Linux. Fra le ragioni di questa decisione sembra ci sia il fatto che secondo lui la comunità di sviluppatori Linux non si decide a creare un ramo del kernel che si adatti meglio ai computer casalinghi, ottimizzato per sfruttare al meglio l'hardware offerto dai computers che noi tutti possediamo e non solo per grandi server di rete.

Ebbene io dico che era ora che qualcuno se ne accorgesse. Ho provato qualche volta ad azzardare discorsi simili in qualche chat o forum di linuxari, ma dato che non sono nessuno sono stato immediatamente aggredito e additato come un niubbo (inesperto o neofita in senso spregiativo, nell'italianizzazione del termine noob che è un'abbreviazione di newbie) e ignorante.

In particolare ho sempre trovato tremendamente pesanti e poco efficienti il server grafico Xorg e i desktop managers GNOME e KDE. Ma l'intervista a Con Kolivas mi ha fatto capire che la causa del comportamento pachidermico delle distribuzioni Linux è da imputarsi evidentemente anche al loro kernel.

Senza contare che tutte le distribuzioni, che, bene o male, sono tutte fondate sulla terna Linux, Xorg e KDE o GNOME, sono tutte ben lontane dall'essere completamente user friendly e quindi facili da configurare e mantenere.

Monday, July 16, 2007

Il gesto dell'Heavy Metal

Molti credono che il noto gesto delle corna assunto come simbolo dell'Heavy Metal abbia chissà quale significato recondito. Nascosti nella posizione della mano dovrebbero esserci numeri e simboli arcani.



Anche se questa interpretazione potrebbe avere comunque una sua ragion d'essere, l'origine di questo gesto va innanzitutto cercata nel gesto apotropaico di origine italiana.

Infatti, per stessa ammissione di colui il quale esportò questo gesto, Ronnie James Dio, cantante dei Black Sabbath, dei Rainbow e poi fondatore della band Dio, egli avrebbe appreso questo gesto dalla sua nonna italiana, la quale lo faceva spesso per scacciare la sventura.



Il gesto, invece, dove viene esteso anche il pollice, oltre ad indice e mignolo, che si vede spesso, usato a volte anche da alcuni fan Heavy Metal, sarebbe tutto americano e significherebbe "ti amo".

Monday, June 25, 2007

Poste italiane online e Firefox, una vecchia storia

Una mia conoscenza (molto vicina) possiede una carta PostePay. Assieme ad essa le Poste italiane offrono anche dei servizi online accessibili tramite browser... Oops! No! Mi correggo! ... tramite Internet Explorer. Ed è appunto questo il problema.

Quest'oggi, questa mia conoscenza, ha cercato invano di accedere al servizio tramite un browser a caso: Firefox! E che è? Non so (;-))! Ma è da qualche annetto che in molti, me compreso, lo usano per navigare in internet. Per fare acquisti online e... Udite! Udite! ... per eseguire operazioni bancarie online o per eseguire pagamenti, ecc.

Ebbene pare sia stato impossibile accedere al servizio tramite Firefox. Quando ha premuto invio per dopo aver inserito nome utente e password non è successo nulla.

Mi rendo conto che ci sono dei piccoli accorgimenti da seguire per far funzionare la cosa su tutti i browsers in circolazione (o almeno su quelli principali: Firefox, Safari, Konqueror e Internet Explorer) ma cavoli ho lavorato per anni come Web Developer e posso assicurare che si può fare. E senza grosso dispendio di energie. E non cerchino di pararsi dietro alla solita scusa: « Eh! Ma la maggior parte degli utenti usa Internet Explorer! ». A confutazione preventiva, vi mostro i grafici del traffico su due miei siti dove si mostrano le percentuali di utenti che si sono collegati con questo o quel browser.

Il primo grafico credo faccia riferimento all'ultima settimana (o forse all'ultimo mese) mentre il secondo alle ultime cento visite. In ogni caso entrambi i grafici visualizzano questi valori, con piccolissime variazioni, da almeno un anno, ogni volta che vado a controllare.

Se l'intento è quello di accaparrarsi la fetta di mercato del browser più diffuso, mi sembra che quello a cui si dovrebbe prestare più attenzione sia Firefox piuttosto che Internet Explorer, non pare anche a voi?



Sunday, June 17, 2007

L'ottava arte

Oggi l'home page di Yahoo! Italia sfoggia il titolo L'ottava arte? come a chiedersi se si possa elevare al rango di arte il Graffitismo.



Con tutto il rispetto per il Graffitismo, vorrei far notare alla redazione di Yahoo! Italia che esiste un'arte che aspetta questo riconoscimento da qualche decennio in più: il Fumetto!
E lo sottolineo con ancora maggior enfasi considerato che il Fumetto è ancora visto da molti come una cosa per bambini o come il veicolo del male, a seconda che vogliano snobbarlo o censurarlo. E non so cosa sia peggio.

Il Cinema, che, forse, è persino piu' giovane del Fumetto, è già stato inserito in questa classificazione. Date un occhiata alla pagina Settima Arte su Wikipedia.

Ma a ben guardare la suddetta classificazione fa acqua dappertutto. L'Architettura è collocata al primo posto, quando è facile osservare che, ancor prima di costruirsi le case, gli uomini disegnavano pitture rupestri sulle pareti delle caverne, antenato, secondo me, sia del Graffitismo che del Fumetto (perché racconta storie per immagini: un po' come i geroglifici) e certamente della Pittura.

Wednesday, April 11, 2007

Si poteva fare!

Il "cortometraggio" Dark Resurrection è il frutto di un progetto amatoriale. Dura un ora ed è girato per la maggior parte in Green Screen. Una delle sequenze più complesse, ricca di integrazioni 3D, composta da 150 inquadrature e della durata di 4 minuti circa, ha necessitato di appena 2 mesi di lavorazione (nel tempo libero), come dice lo stesso regista e produttore, intervistato dal TG3 Liguria.

Quindi non è impossibile!

Il sito ufficiale di Dark Resurrection: Dark Resurrection.

Il servizio del TG3 Liguria su www.guerrestellari.it: Dark Resurrection sulla RAI.

Saturday, February 24, 2007

Come installare Windows Vista in 2 minuti? Incredibile?

Ebbene si! Un vero "smanettone" è riuscito a far dare il massimo al proprio CD di installazione di Windows Vista. E dopo 2 minuti come l'autore stesso conferma il sistema della casa di Redmond "è pronto all'uso!".

Andate qui.

Friday, February 23, 2007

Blender 2.43

E' uscito Blender 2.43. Molto atteso, in particolare per le nuove funzionalità di modellazione come lo Sculpt Tool, che consente di scolpire le meshes con il pennello ed è anche sensibile alla pressione della tavoletta grafica, Retopo per modificare la topologia delle meshes senza alterare la forma dell'oggetto e Multi-Res per modellare un oggetto agendo su una sola mesh ma influenzando contemporaneamente la forma dell'oggetto a diversi livelli di dettaglio.

Aggiunte e migliorie anche per le funzionalità di fisica e dinamica, fisica dei corpi rigidi, simulazione di fluidi e simulazione di tessuti (Soft Body).

Non solo ma attualmente Blender è in grado di realizzare anche parte del lavoro di montaggio. Sono, infatti state implementate nuove funzionalità che, finalmente, permettono di applicare filtri di Chroma Key, Luma Key e simili col Sequencer.
Quest'ultimo strumento potrebbe rivelarsi utilissimo per previsualizzare l'integrazione fra 3D e fotografia principale, senza dover passare prima per Final Cut Express o Premiere.

Per l'occasione è stato modificato anche il sito di Blender, che ora gode di una grafica rinnovata.

Lo potete scaricare da questa pagina: Blender 2.43

Le note di rilascio invece si possono consultare qui: Note di rilascio, Blender 2.43

Wednesday, January 31, 2007

Esempi da YouTube, gli amatori ci dimostrano che si può fare...

Ecco una serie di esempi di Chroma Key (Green o Blue Screen) tratti da YouTube. Alcuni di essi, anche se implicitamente, ci fanno vedere come sia possibile unire varie tecniche: Chroma Key, Camera Tracking e 3D. Ho disposto in cima alla lista i migliori e in fondo quelli che spiccano meno ma comunque interessanti. In un caso particolare l'autore ci dimostra come sfruttare un bel cielo azzurro e sereno per applicare il Chroma Key.

Chroma Keying plus AnimationMini Claudia Patinando

A simple chroma keing trickSpace ship

Windows chroma key how to
GREENSCREEN - Chroma keying using Final Cut Pro 5
Crazy Driver: Chroma Key: Short Film
Misc Examples

Monday, January 29, 2007

Camera Tracking

Ormai ne ho parlato così tanto che penso sia ora di introdurlo.

Il Camera Tracking è un metodo per ricostruire i movimenti di camera eseguiti durante una seguenza partendo dal girato di quella stessa sequenza. I movimenti di camera vengono ricostruiti grazie ad un software specializzato nell'identificare piccole zone di colore uniforme. Ho trovato 2 software in grado di fare questa cosa e completamente gratuiti. Quello che sto usando attualmente per fare qualche test è: Voodoo Camera Tracker. Disponibile per Windows e Linux.

Le zone di colore che il software deve campionare, possono essere oggetti su una scena del tutto reale o dei segni (possibilmente di forma quadrata o triangolare) ordinatamente posizionati su un set in Blue o Green Screen.

Ho trovato online una sequenza di 150 fotogrammi, girata in Blue Screen, con apposti degli appositi segni azzurri (o bianchi?) a intervalli regolari sul telo blu: mit-4562-synth1.avi.
Ho già anche provato a fare un test (riuscitissimo!) con questo filmato utilizzando Voodoo Camera Tracker e Blender 3D.
Ma penso mi sia andata fin troppo bene. Non ho settato praticamente nessun parametro e il programma ha azzeccato i movimenti di camera al primo colpo. Per evitare di contare troppo sulla fortuna è bene iniziare a capire cosa bisogna fare sul set per facilitare il compito al nostro fido software per il Camera Tracking.
Ecco quindi un breve tutorial (purtroppo per alcuni in Inglese) sugli accorgimenti da tenere per fare un buon Camera Traking: The rules of camera tracking. Il tutorial è in formato PDF e va scaricato dal link in fondo alla pagina.

Esempi

In riferimento ai gabbiani (ma non solo), che il professor Carbone vorrebbe avere nella scena sul molo Audace, invito tutti a visitare questo sito: "Friday or another day", che illustra come una produzione Belga (se non erro) ha realizzato un film con l'ausilio di Blender 3D, Pixie ed altro software, dando spessore al girato con "piccole" integrazioni di grafica 3D.

Per vedere come erano originariamente i fotogrammi riportate nella sezione Effets spéciaux / SFx basta passarci sopra col puntatore.

Nella sezione Données techniques / Technical data, invece, possiamo vedere alcuni dei modelli 3D realizzati con Blender 3D, fra cui degli uccelli.

Sunday, January 28, 2007

Accorgimenti per la ripresa in Blue Screen

Come forse avrete notato dall'illustrazione del messaggio precedente il pannello blu dell'illustrazione di esempio è illuminato in maniera abbastanza uniforme e soprattutto non è investito dalle ombre che l'omino dovrebbe proiettare sopra di esso.

Con le applicazioni 3D è facile ottenere questo risultato, poiché è possibile fare in modo che un oggetto non riceva le ombre proiettate da altri oggetti.

Nella realtà invece è importante ottenere un'illuminazione uniforme del Blue Screen con determinati accorgimenti. Innanzitutto è bene avere un'illuminazione diffusa, che non illumina gli attori ma illumina soltanto il Blue Screen. E, in secondo lugo, sarebbe bene illuminare gli attori con luci diffuse, che, quindi, non proiettano ombre definite sul Blue Screen.

Ancora una cosa.
Nell'illustrazione riportata nel messaggio precedente, ho posizionato un pannello solo sul fondo, ma spesso è necessario avere anche il pavimento blu, o il soffitto, a seconda dell'angolazione di ripresa. Ci sono situazioni in cui è utile avere anche le pareti laterali blu.
Ecco un esempio pratico tratto da Star Wars.

Blue Screen Bibble

Come funziona e a cosa serve il Blue Screen

Per riprendere una scena in Blue Screen si ha bisogno della normale attrezzatura da ripresa (telecamera, luci, ecc...) più un pannello, un telo o una parete blu, che va posto dietro al soggetto. Il pannello blu diventa quindi lo sfondo della nostra inquadratura (e/o movimento di camera).
Ho creato una piccola scena in 3D che illustra un ipotetico set dove si adotta il Blue Screen. Il soggetto, in questo caso, è un modello 3D di un uomo (a cui sto lavorando) e sullo sfondo abbiamo un pannello blu.



Una volta ripreso il nostro soggetto otterremo qualcosa di simile alle immagini che troverete qui Free Character References, con l'unica particolarità che le immagini che ho linkato sono riprese in Green Screen, ma non fa alcuna differenza, per il momento.

Il momento in cui si usano le sequenze in Blue Screen è la fase di postproduzione: ovvero la fase che precede il montaggio, nella produzione di un film. Lo scopo di queste sequenze è quello di consentire ai cineasti di inserire fondali virtuali (generalmente creati in grafica 3D), dando l'illusione che gli attori recitino in delle scenografie, che, in realtà, non sono mai state fisicamente costruite.

Il principio è semplice. Il blu del Blue Screen è un blu che pochi oggetti possono avere, ma comunque, per sicurezza, in queste sequenze si evitano accessori, vestiti o qualsivoglia oggetto di colore blu. I programmi di computer grafica e montaggio video sono in grado di "bucare" il blu e gli attori risultano come "ritagliati" via dallo sfondo (come se fossero delle figurine), consentendo ai grafici di collocare una qualsiasi immagine di sfondo in un livello sottostante. Un po' come si fa con le maschere in Photoshop.

Il motivo per il quale si usa il Blue Screen è che altrimenti si sarebbe costretti a ritagliare manualmente (fotogramma per fotogramma) gli attori e gli eventuali accessori sulla scena dallo sfondo, con tempi di lavorazione e costi eccessivamente lunghi.

Saturday, January 13, 2007

Set Virtuali

Mi sono velocemente documentato sulla possibilità di girare in interni degli esterni, che altrimenti potrebbero risultare macchinosi da realizzare. Supponiamo che vi venga l'idea di realizzare un set che non esiste o che è molto difficile da trovare; oppure un set che sarebbe molto costoso da realizzare con materiali reali.

Ecco due tutorials: il primo spiega come realizzare un Blue Screen "fai da te" e il secondo spiega come realizzare un set virtuale 3D, da applicare poi "al posto del blu". Costo complessivo del Blue Screen 30$. E' facile immaginare che probabilmente potremmo crearne uno simile con soli 30€.

Build a Blue Screen

"Centuried Street " in Weiye Yin