Wednesday, October 31, 2007

Drammaticità, romanticismo e senso artistico o realismo a tutti i costi?

La mia prima occasione di imparare da dei veri professionisti i trucchi del mestiere fu quando frequentai per un mese lo studio Api Pazze a Verona, come stagista. Un'occasione che mi capitò avendo frequentato la prima edizione del corso di formazione post diploma, Tecnico degli Audiovisivi, presso lo IAL di Pordenone.


Fra le altre cose, mi insegnarono di stare molto attento a come animavo certi movimenti, come, ad esempio, la camminata. Ognuno di noi, infatti, conosce perfettamente il movimento della camminata e esso è perfettamente registrato nel nostro cervello. È, quindi, impossibile "imbrogliare" lo spettatore quando si anima una camminata. Sperando, magari, che all'occhio sfuggano eventuali piccole imperfezioni. La camminata deve essere animata perfettamente e nel modo più naturale e credibile possibile!


Col tempo, ho scoperto che lo stesso problema si verifica per moltissimi altri movimenti ma, anche, per certe pose statiche, naturali dell'uomo. Lo stesso principio, infatti, è applicabile anche al disegno tradizionale.


Per illustrare il concetto voglio proporvi un esempio, sottolineando il piccolo errore commesso dall'autore di un'illustrazione che ho trovato su internet. Un errore veniale che però ogni disegnatore o aspirante disegnatore dovrebbe stare attento a non commettere.


È inutile nascondere che l'idea di scrivere questo pezzo è nata proprio dopo aver letto l'articolo Macacolandia, illustrazioni, web e design dal Brasile, pubblicato sul blog Paintblog.net, ed aver visto l'illustrazione che l'accompagna.



La quale, a sua volta, è tratta dal sito degli autori, di cui si parla nell'articolo, Macacolandia, un'agenzia Brasiliana che si occupa di illustrazione, storyboard e affini per l'industria dell'intrattenimento e della pubblicità.

Ora che ho citato le fonti posso passare a illustrarvi la mia osservazione, il vero argomento che voglio trattare.


Benché l'illustrazione sia un ottimo lavoro, c'è un dettaglio che io avrei realizzato in modo diverso. E per essere precisi mi riferisco alla mano destra del cuoco che afferra il polso del disegnatore.

Io stesso ho impiegato un po' di tempo per capire cosa non mi tornava. L'illustrazione funziona. È un po' statica, forse, e si sarebbe potuto intensificare la drammaticità, ma nell'insieme rende l'idea. E allora perché continuavo incessantemente ad osservare quella mano che afferra il polso del disegnatore?


La risposta è semplice. La mia parte destra del cervello mi suggeriva che c'è qualcosa di innaturale.


Non avete ancora capito? Provate, allora, a fare questo gioco. Chiedete un'altra persona di aiutarvi e provate a mimare assieme la scena. Uno di voi interpreterà il cuoco l'altro il disegnatore. Una volta posizionati uno di fronte all'altro, che il "cuoco" afferri il polso del "disegnatore". Senza pensare all'illustrazione, ma in modo naturale, come farebbe d'istinto.


Fatto? Ebbene confrontate la posizione della mano del vostro "cuoco" con quella dell'illustrazione. Sarei pronto a scommenttere che il "cuoco" ha afferrato il polso del "disegnatore" in modo del tutto differente da come appare nell'illustrazione! Pressappoco così.



Il mio disegno è prettamente dimostrativo. Non ho neppure provato a imitare lo stile dell'originale. Il suo scopo è solo quello di illustrare ciò che ho detto. Il modo più naturale di afferrare il polso di una persona, che vi sta di fronte e che tiene le braccia sollevate davanti al busto, è questo. Ed è a causa di questa inesattezza che percepivo l'immagine originale come una "strana" immagine.


Si potrebbe aumentarne la drammaticità della scena facendo sollevare le braccia al disegnatore, come se stesse tentando di proteggersi dall'aggressione, invece di lasciarlo in posizione rilassata. Il tentativo di difendersi sarebbe, infatti, un'altra reazione naturale. La reazione istintiva di una persona quando qualcuno minaccia di aggredirla, infatti, è di proteggersi con le braccia sollevandole e frapponendole fra l'aggressore e il volto. E il bello è che ciascuno di noi lo sa perfettamente ma solo a livello istintivo. Pertanto, se non siamo stati influenzati da qualche background culturale o ambientale particolare, classifichiamo l'immagine del cuoco come una situazione per lo meno strana.

Friday, October 12, 2007

AAA: Ancora Accanimento verso Apple

Questi collegamenti, Sempre più gente (influente) lascia Mac per Linux!, Non si ferma l’ondata di ex utenti Mac verso Linux! e “Apple deve morire” (cit. self), sono un po' vecchi (risalgono a circa un anno fa) ma rimangono comunque interessanti.


Sembra infatti che alcuni utenti Mac OS X "influenti", come dice l'autore stesso (io direi piuttosto, importanti), abbiano ben pensato di passare a Linux, poiché non soddisfatti di quello che gli offriva Mac OS X.


Leggetevi le loro esperienze: Switching Back to Desktop Linux e When the bough breaks.


Le motivazioni di questi due utenti (ce n'era un terzo ma il collegamento non portava più da nessuna parte), sono diverse e tutte perfettamente condivisibili... nel loro caso. E dico « nel loro caso » perché non rappresentano il tipico utente Mac (generalmente un grafico) ma adoperano le applicazioni più tipiche di un amministratore di sistema o di rete Unix. C'è da precisare che Mac OS X è un sistema basato su Unix e Linux un sistema compatibile con Unix.
Inoltre uno di essi era già prima utente Linux, e Mac OS X è stata una prova. Pensava, probabilmente, di trovarvi qualcosa che, evidentemente, non ha trovato. E, quindi, è ritornato sui suoi passi.


Ad ogni modo, è abbastanza comune che figure come amministratori di sistema e/o di rete preferiscano Linux. Essi, infatti, hanno poco interesse a lavorare con un'interfaccia grafica (GUI) efficiente, veloce e semplice da usare. E, allo stesso modo, hanno poco interesse che i programmi di grafica (bitmap, vettoriale o 3D) funzionino correttamente e efficientemente sulla loro piattaforma, perché non li usano. Altrettanto vale per i programmi per la manipolazione audio e video. Perché non usano neanche quelli. O almeno non li usano in modo da coglierne tutti i difetti e le carenze. Così come un grafico non usa programmi per l'amministrazione di rete.
Delle persone che eseguono maggior parte dei comandi utilizzando un Terminale è difficile che abbiano una chiara comprensione dei pregi e difetti di un'interfaccia grafica.


Eppure, chi scrive sul suo blog questi articoli, nel tentativo di dimostrare che Mac è inferiore a Linux, portandoci come esempio questi professionisti-utenti Mac che sono passati a Linux, si dimentica di sottolineare questi aspetti.
Non solo, ma non ci mette neppure al corrente del fatto che il suo tono di rabbia verso Apple non rispecchia affatto il tono usato dagli "utenti influenti", che cita. I quali, al contrario, dicono soltanto che Mac OS X non soddisfa le loro personali necessità.


Io, che ormai sono un ibrido fra un grafico e un programmatore, dopo quasi due anni di Linux, me ne tornero' fra breve a Mac OS X, ben felice di farlo, perché Linux non soddisfa le mie necessità.


Leggende

Leggendo, poi, i commenti fatti dai lettori (e vi consiglio di leggerli), è interessante osservare la quantità di inesattezze che dicono per sostenere l'una o l'altra tesi.

Vorrei chiarire una volta per tutte alcune di queste "leggende".

  1. Mac OS X non è un sistema basato su Linux.

  2. Esistono però moltissime applicazioni Open Source che possono essere compilate per funzionare su entrambi i sistemi operativi, e non solo.

  3. Mac OS X è un sistema ibrido basato su Nextstep, il cui kernel (XNU) si fonda su due diverse implementazioni di Unix, FreeBSD e Mach kernel.

  4. A distinguerlo da queste architetture ci sono soprattutto:
    • le librerie derivate da Nextstep per la programmazione di applicazioni native Mac OS X, dette Cocoa ;

    • l'I/O Kit, una parte del kernel che fornisce un ambiente di sviluppo per i drivers delle periferiche, semplice e unificato.

  5. Carbon non è un ambiente di compatibilità con Mac OS Classic. Carbon è la libreria C++ equivalente a quello che è Cocoa per Objective C.

  6. Se le applicazioni per Mac OS X non girano su Linux, non centra un cavolo col fatto che abbiano un estensione del nome diversa, per esempio Blender.app. I file *.app sono esplorabili come una cartella. E, al loro interno, vi sono gli eseguibili e le librerie compilati del programma.

  7. Non è vero che tutte le librerie su Mac OS X sono linkate staticamente, come credono molti programmatori.

  8. Le applicazioni compilate per Mac non girano su Linux perché, oltre ad una diversa codifica del codice binario, ELF su Linux e FreeBSD mentre Mach-O su Mac OS X, utilizzano librerie diverse, ad esempio Cocoa, non disponibili su Linux.

  9. Non è vero che non ci sono giochi per Mac OS X.

  10. Esiste un port di Wine per Mac OS X, Darwine, ed è probabile che presto, quando sarà rilasciata la prima release stabile, sarà possibile far girare applicazioni Windows sotto Darwine in ambiente Mac OS X esattamente come si fa ora in ambiente Linux.

  11. Quasi tutti i migliori programi professionali esistenti al mondo sono rilasciati anche per Mac OS X.

  12. Non è vero che Apple ruba idee da altri progetti. O, per lo meno, non più di qanto facciano tutti gli altri. Certo è che molte cose, che oggi ci sembrano naturali, sono sicuramente state introdotte col Mac e non con Windows o Linux.

  13. Il Doc sarà anche frutto di studi sull'interfaccia grafica, fatti da altri. Ma la comunità di GNOME e KDE hanno iniziato a proporre dei cloni solo dopo che Apple l'ha introdotto in Mac OS X. Perché non l'hanno fatto prima? La risposta è semplice: perché non gli interessa. Esattamente come agli "utenti influenti", di cui si parlava, non interessano in particolar modo le prestazioni della GUI.

  14. Gli utenti Mac non scelgono Mac solo perché è bello da vedere. Lo scelgono anche perché è bello da vedere. ;-)

  15. Ci sono tanti altri bei computer sul mercato, se dovessimo scegliere Mac solo per quello, allora potremmo comprare un qualsiasi altro bel computer.

  16. Non tutti gli utenti Mac sono fighetti, così come non tutti gli utenti Linux sono comunisti e/o proletari.

  17. Agli utenti Mac non frega un bel niente di avere AutoCAD o 3D Studio Max, c'è di meglio!

  18. Il Drag & Drop così come funziona su Mac non funziona su nessun altro sitema. Non veniteci a dire che funziona benissimo anche su altri sistemi dove, spesso, si osservano comportamenti incoerenti.

Potrei andare avanti per almeno altri 50 punti. Man mano che scrivo continuano a venirmi in mente altre "leggende". E allora invito chi sta leggendo questo articolo, se vuole, ad aggiungerne altri di questi miti sul conto di Mac OS X.

Saturday, October 06, 2007

Il Fumetto è Arte!

Una dimostrazione da Romita e Kubert. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio...

Thursday, October 04, 2007

Primo promo, in Italia, realizzato con Blender

Liquid Gate Studio, un'azienda italiana che lavora nei settori televisivo e cinematografico, ha prodotto il primo corto interamente realizzato con Blender in ambito professionale. Dopo aver fatto alcuni tests, il team grafico dell'azienda ha deciso, infatti, di usare Blender per realizzare la sigla di appertura dei discorsi giornalieri del direttore de il Giornale.it. La sigla verrà usata in televisione e su internet.

L'annuncio, Animation for Italian Newspaper, è apparso su BlenderNation il 4 ottobre 2007, corredato da una comunicazione degli stessi autori del cortometraggio, ti cui vi offro una traduzione.

Ciao, voglio solo raccontarvi che la nostra compagnia ha appena finito un promo (davvero piccolo), è stato il nostro primo "tentativo reale" di usare Blender per un lavoro commerciale dopo aver fatto alcune prove nel tempo libero. È andato tutto talmente bene che volevamo far sapere alla gente che Blender PUÒ essere usato nelle aziende come una buona e solida alternativa ai programmi commerciali.

Il lavoro è un video per "Il Giornale", un quotidiano molto conosciuto qui in Italia, sarà usato online (e, in futuro, nei network televisivi) come appertura per i discorsi giornalieri del direttore.

La modellazione, il rendering e il compositing sono stati fatti in Blender, con un PICCOLO aiuto da un'applicazione esterna per l'editing audio e il compositing principalmente per la correzzione del colore.

Potete trovare il video completo in qualità webcast sulla nostra pagina Portfolio, sotto il collegamento "Il Giornale".
Dario Corno


E per vostra comodità eccovi il collegamento diretto alla sezione Portfolio.