Tuesday, April 08, 2008

Ma come è andata a finire col Diritto d'autore?

In un articolo precedente (Diritto d'autore: l'inizio della fine.) ho scritto riguardo all'assurda corrente di pensiero che si sta sviluppando attorno al problema del Diritto d'autore e al tentativo di introdurre le "innovazioni" in materia di Diritto d'autore che alcuni vorrebbero portare dentro alla legge italiana.

Prima di tutto dobbiamo capire chi sono costoro.
Tutto gira attorno ad alcune parole chiave: Open Source, Pear to Pear (P2P), diritto allo studio e fair use.

Per Open Source si intende l'atto di pubblicare i sorgenti di un software, in modo che tutti possano analizzarli, copiarli, ridistribuirli e eventualmente apporre delle modifiche personalizzate.

Il P2P è un protocollo informatico di scambio dati attraverso la rete, che solitamente si svolge fra in modo diretto fra due computers senza l'uso di un server che faccia da intermediario. Negli ultimi dieci anni questa tecnologia è stata sfruttata, suo malgrado, da moltissimi allo scopo di scambiare musica, film, video giochi e programmi eludendo i controlli ma, soprattutto, evitando di pagare per acquistarli.

Il diritto allo studio, è un dirito riconosciuto secondo il quale ognuno dovrebbe avere assicurata l'istruzione (magari!!!).

Infine il fair use si associa alla definizione precedente. È il termine coniato nei paesi anglofoni per identificare la norma (secondo me, più che giusta) che consente l'uso a titolo gratuito di materiale protetto da diritto d'autore se per scopo didattico e senza scopo di lucro.

Ma tutto ciò è ben lontano da ciò che avrebbero voluto fare i rappresentanti di Frontiere Digitali e forse altri membri del Comitato Consultivo Permante per il Diritto d’autore insediatosi il 25 ottobre 2007 presieduto da Alberto Maria Gambino. Come ho già avuto modo di sottolineare nel mio precedente articolo costoro intendevano proporre ciò che potete trovare sulle pagine del sito http://commissionedirittoautore.info/wiki/. Molte di queste proposte si possono ritrovare, simili, nel sito stesso di Frontiere Digitali.
Inoltre con il sito http://commissionedirittoautore.info/wiki/ era partita un iniziativa che avrebbe dovuto consentire a tutti gli italiani di intervenire, inviando le loro proposte.
Purtoppo però l'intervallo di tempo a disposizione dei cittadini (dal lancio dell'iniziativa, allo scadere dei termini per portare le proposte dei cittadini di fronte alla commissione) è stato all'incirca di 6 giorni effettivi e l'iniziativa è stata promossa con scarsissima eco.
Davvero una strana situazione, se l'intento era veramente quello di coinvolgere l'intero popolo italiano. Non trovate? Guarda caso adesso che siamo in campagna elettorale continuo a vedere in TV i soliti spot che spiegano come votare.

Fortunatamente, tutte quelle proposte non sono arrivate da nessuna parte. Ma, allora, si chiedono giustamente in questo articolo La Siae ipoteca il diritto d'autore sul web:

[...] c'è da chiedersi per cosa ha lavorato la commissione presieduta dal Prof. Gambino - che presiede il Comitato consultivo permanente sul diritto d'autore - insediata dal Min. Rutelli.

E già. Si potrebbe anche osservare come vengono spesi bene i soldi dei contribuenti. Perché, insomma, non crederete mica che una commissione si metta su a costo zero, vero?

Ma, quidi? Come si è conclusa la vicenda? Cos'è cambiato nella legge italiana?

Il 21 dicembre 2007 è stato approvato il Disegno di legge S1861. Nonostante la gran parte dei media (es: Quel comma della legge italiana
che "libera" gli mp3 su internet
, Modifica alla legge sul diritto d'autore: limitante o troppo permissiva?, Roma s'inventa le immagini degradate) siano concentrati a criticare la modifica seguente:

1. Dopo il comma 1 dell’articolo 70 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, è inserito il seguente:

«1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma».


A mio avviso, la modifica veramente preoccupante è un'altra:

1. La Società italiana degli autori ed editori (SIAE) è ente pubblico economico a base associativa e svolge le funzioni indicate nella legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. La SIAE esercita le altre funzioni ad essa attribuite dalla legge e può effettuare, altresì, la gestione di servizi di accertamento e riscossione di imposte, contributi e diritti, anche in regime di convenzione con pubbliche amministrazioni, regioni, enti locali e altri enti pubblici o privati. La SIAE, di intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali, promuove studi e iniziative volti ad incentivare la creatività di giovani autori italiani e ad agevolare la fruizione pubblica a fini didattici ed educativi delle opere dell’ingegno diffuse attraverso reti telematiche.

che, secondo la mia interpretazione, legittima più che mai (purtroppo) l'attività della SIAE, a volte già in diretta concorrenza con gli autori stessi (Esclusiva180_iCommonsItaly.pdf) nel testo precedente.

Sembra, però, che l'attenzione dei cittadini Italiani, tutt'altro che preoccupati per il destino di noi autori, sia rivolta piuttosto a ottenere una sorta di condono per cui possano finalmente scambiarsi in formato digitale (tramite internet per lo più) qualsiasi opera che essi ritengano. Fortunatamente mi consolo leggendo gli interventi di alcuni (la minoranza a quanto pare), sull'articolo Modifica alla legge sul diritto d'autore: limitante o troppo permissiva?, che hanno capito l'inghippo, e replicano ai loro concittadini:

Commento # 3 di: tommy781 pubblicato il 01 Febbraio 2008, 11:09

non esageriamo, sappiamo tutti a che opere ci si riferisce con queste leggi: film e musica che vengono rubati e distribuiti in rete. non nascondiamoci dietro al diritto di informazione, di cultura libera ecc...


Commento # 9 di: Giorgio Cara pubblicato il 01 Febbraio 2008, 11:29

"L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento"

Magari quando lo hanno scritto intendevano libertà di praticarle, tipo che non si può bruciare chi dice che la terra è tonda e non si devono censurare cose sconce che la maggior parte delle persone definiscono arte, non alla libertà di sottrarle al detentore dei diritti.

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